Per l’ex maratoneta Vincenza Sicari, ora quasi paralizzata in un letto di ospedale, è una lotta difficile ma per ogni problema c’è almeno una soluzione o comunque delle modalità per gestire il problema. Non bisogna sottovalutare niente, bisogna pensare al di là dell’ordinario.
Ho visto il video dove, distesa su un letto di ospedale, fa una richiesta di aiuto, spiegando la sua difficoltà, la sua sofferenza, la sua incapacità: “Vi prego aiutatemi. Il mio è un calvario, sto andando incontro alla morte. Sto perdendo sempre più la forza e non capisco a cosa sia dovuto, abbiamo chiesto aiuto anche all’estero. Durante il periodo natalizio ero a Roma, la biopsia parlava di malattia neurovegetativa. Poi il primario mi ha detto che costavo troppo per il servizio sanitario nazionale e che avrei dovuto lasciare il posto libero. Sono dovuta scappare da Roma nonostante avevo un tumore mi prendevano per pazza. Mi ha ascoltata il professor Mariani e grazie a lui mi sono sottoposta a due biopsie muscolari che hanno confermato la presenza di una malattia degenerativa ai muscoli.”
A volte dove non arriva la medicina arriva la psicoterapia, lo sciamanesimo, l’ipnoterapia. In ogni caso, io sono dalla sua parte e continuo a fare il tifo per lei, per il suo benessere, per come può stare ed essere.
Per esagerare a volte per andare oltre l’ordinario ed oltre la medicina tradizionale può aiutare anche lo sciamano o le sostanze come l’ayahuasca, una bevanda allucinogena utilizzata dai popoli amazzonici e andini, preparata dagli sciamani o curanderi indigeni per i riti di visione e di comunicazione con il divino.
Ho visto un bel film dove c’erano due vincitori, l’uno con la forza e l’altro con il cuore, entrambi vincono e imparano. Vincenza quando correva vinceva con la forza muscolare, con le gambe, con la resistenza, ora ha bisogno di vincere con il cuore, con l’aiuto degli altri, persone che le vogliono bene, runner solidali che la prendano a cuore.
Importante è anche la presenza del coach sul ring che sostiene, incoraggia, supporta e Vincenza se prima aveva bisogno di un allenatore, un prepartore atletico che la stimolasse, che le desse un programma di allenamento da seguire, ora ha bisogno di un life coach che la sostenga, che l’accompagni in questa dura lotta della vita, che la facesse lavorare sull’autoconsapevolezza, sull’autoefficacia, sulla resilienza, sul gestire questi momenti difficili, sul recuperare risorse personali e di rete, sull’andare avanti nonostante il muro invisibile di un male misterioso.