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Lo sport di endurance aiuta a sviluppare la resilienza, di seguito la testimonianza di un atleta di lunghe distanze Roberto D’Uffizi: “Ho scoperto che riesco a trasformare gli aspetti negativi in positivi, o al limite, a ragionare costruttivamente per la risoluzione di un problema. Quando hai un filo di forza e ti devi ingegnare per arrivare al traguardo, puoi tranquillamente avere la resilienza necessaria per affrontare altre problematiche quando sei in condizioni di relativo equilibrio psicologico e fisico.”
Chi sperimenta le lunghe distanze nello sport sa che per arrivare al traguardo bisogna essere creativi, allenati e pazienti ma anche molto resilienti, saper cercare dentro se stessi le risorse necessarie per percorrere anche gli ultimi metri e arrivare al traguardo. Le esperienze di corsa di lunga distanza poi ti danno la consapevolezza che nella vita i problemi diventano più gestibili, affrontabili, risolvibili.
Ciò che distingue un campione da un atleta comune è la resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia di far meglio, di migliorare gli aspetti in cui ha mostrato carenza. Chi è resiliente, esce rafforzato da una sconfitta, analizza i suoi errori e trova le soluzioni per essere vincente.
Il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale. Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.